Oltre alle due chiese di s. Lorenzo e di s. Stefano, nelle quali il Capitolo svolgeva le sue funzioni nella stagione estiva e invernale, la Prepositura di Olgiate Olona possedeva anche alcuni oratori sussidiari.
Goffredo da Busserò, alla fine del sec. XIII, ricorda: In OIzate. Ecclesia Sancti Genexii; Olzate ecclesia Sancti Protasii; Olzate Ecclesia Sancti Sebastiani”.
Non è rimasta alcuna traccia della chiesetta di s. Sebastiano; sopravvivono invece, rinnovati nei secoli, i due oratori di s. Genesio e di s. Protaso.
S. Genesio di Arles, martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano, ebbe un’edicola dalla pietà degli Olgiatesi nella parte meridionale del loro villaggio, lungo il declivio dell’Olona, sulla strada che dal paese scende a valle per risalire poi verso Marnate.
La devozione al Martire dev’essere stata portata dai legionari cristiani di Roma, reduci dalle loro campagne in Gallia (Francia), i quali attraverso il Sempione scendevano nella pianura padana per far ritorno alla Capitale: essi sostavano al Buon Gesù, stazione militare che distava 25 miglia da Mediolanum (Milano), la città imperiale.
Nella lettera indirizzata il 20 dicembre 1568 da s. Carlo Borromeo al prevosto di Olgiate, mons. Giacomo Francesco Cardani, si prescrive: “La chiesola di s. Genesio si disfaccia del tutto et se gli pianti una croce et il terreno che è sotto detta chiesa et la materia et il sito sia per servitio della chiesa parochiale, cioè per la fabrica; et perchè si intende che è usurpato alcuno pezzo di terra, farete con diligenza che sia reintegrata et vadi tutto in uso della chiesa parochia- le come sopra”.
Un cenno del nostro oratorio si trova negli Atti della Visita pastorale che, s. Carlo vi compì nel 1582, nei quali si legge che la nostra chiesetta, “senza tetto nè altare”, è in rovina. Tuttavia essa esisteva ancora, nel Seicento, come appare dal Decreto emanato dopo la Visita regionale compiuta dal mons. Carlo Andrea Bassi nel mese di luglio del 1641, nel quale è detto che per la riedificazione della cappella di s. Giovanni Battista esistente nella nostra parrocchiale, come si è ricordato, l’arcivescovo permetteva che si usassero, con il materiale ottenuto dalla demolizione della chiesa estiva di s. Lorenzo e dell’oratorio dei ss. Gervaso e Protaso, anche le macerie ricavate dall’abbattimento del nostro s. Genesio.
Sulla fine del secolo gli ordini arcivescovili erano eseguiti: sull’area dell’antica chiesetta, attorniata da un cimitero, era sorta l’attuale cappellata, la cui storia era riassunta da una piccola lapide, conservata sulla facciata completamente aperta e protetta da un cancello di legno, che recava quest’iscrizione;
MEMORIA DI VETUSTO TEMPIO CON CIMITERO
SACRO
A S. GENESIO MARTIRE
PROTETTORE NELLE INFERMITÀ
1702
La decorazione dell’oratorio eseguita allora, ricorda la conversione, la condanna e il martirio del Santo, verso il quale la nostra gente ha sempre dimostrato grande devozione: ogni anno, nella domenica più vicina al 25 agosto, giorno di s. Genesio, dopo i vesperi in parrocchia essa si raccoglieva intorno alla minuscola cappella (m.2,50X2,50; alt. m. 3), per ascoltare il panegirico del Martire, pregarlo e averlo propizio nella malattie.
Don Aldo Zecchin, durante i lunghi anni della sua parrocchialità a Olgiate Olona, prestò più volte le sue attenzioni a questa cappella: furono riparazioni saltuarie imposte da urgente necessità. Nel mese di gennaio del 1982 la sua sollecitudine divenne preoccupazione e scrisse: “A tutti è visibile il deplorevole stato di manutenzione della cappella dedicata a S. Genesio; ... i progetti di restauro, quando otterranno l’approvazione delle apposite commissioni Comunali, ridoneranno alla cappella il primitivo splendore”.
Un anno e mezzo dopo, “il restauro ottimamente studiato e diretto dall’arch. Alberto Carabelli di Gorla Minore”, poteva dirsi concluso per la parte strutturale. “Il muro di calcestruzzo, eretto a contenimento del terreno e coronato da una solida ringhiera di ferro, la nuova pavimentazione in pietra, sostitutiva di un trascurato spazio erboso, ... il tetto completamente rinnovato con i suoi coppi di stampo antico, non solo garantiscono la stabilità dell’opera ma infondono un nuovo senso di speranza e di fiducia...
L’iniziativa del rag. Peppino Camelli, fratello del nostro carissimo don Piero, di finanziare questo restauro, è stata certo suggerita tanto dalla volontà di interpretare in modo tangibile la fedeltà degli Olgiatesi, quanto da un ben comprensibile senso di nostalgia dei tempi passati, quando l’edicola del Santo dominava la distesa dei campi, le ombre cupe dei boschi e il fluire tranquillo del fiume giù in valle”.
Oggi, dopo “il restauro degli affreschi, scoloriti e solcati da crepe paurose, ad opera dell’olgiatese Muzio Merelli, ... il rifacimento del pavimento interno, ... e la sostituzione dell’altare”, la cappella completamente rinnovata, ha ripreso il decoro e la bellezza voluti dalla pietà dei nostri padri.