La chiesa Sant’Ambrogio di Olgiate Olona è fatiscente da secoli e non solo da decenni. Infatti, cadde definitivamente in rovina negli anni Cinquanta del Novecento, sicché oggi si presenta ridotta ai muri perimetrali, privata delle originarie pertinenze adiacenti attestate dai documenti storici degli ultimi cinque secoli. Carteggi che attestano che gli olgiatesi mai si curarono di questo oratorio campestre, nonostante sia intitolato al patrono della diocesi ambrosiana che, come risulta dai documenti, in questa chiesa veniva festeggiato con una celebrazione non il 7 dicembre (anniversario della sua elezione a vescovo di Milano), ma il giovedì dopo Pasqua, nella festa del Transito di Sant’Ambrogio (giorno della sua morte).
Già nel 1568 l’arcivescovo Carlo Borromeo proibì il culto in chiesa Sant’Ambrogio, finché non fosse restaurata; relazione e disegni redatti il 17 febbraio 1582 nella Visita pastorale dello stesso Borromeo indicano che (traduzione dal latino) Questo oratorio campestre dista dal paese mezzo miglio e rimane chiuso, eccetto quando il clero e il popolo giunge in processione per le Rogazioni, in occasione di Giubilei e per la festa di Sant’Ambrogio; e sono attestati anche un podere attiguo e un piccolo cimitero antistante.
Nel Seicento e nel Settecento il progressivo stato di degrado della chiesa Sant’Ambrogio fu constatato e attestato dagli arcivescovi ambrosiani (tra cui i cardinali Federico Borromeo nell’aprile 1603 e Giuseppe Pozzobonelli il 17 giugno 1753) e dai visitatori arcivescovili: ogni volta proibirono il culto nella chiesa - senza arredi e persino senza pietra consacrata dell’altare - finché non fosse restaurata; nel Settecento fu abbattuto il campanile. Ancora nel 1913 l’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari in Visita pastorale decretò di dotare l’altare di pietra consacrata; il parziale restauro avvenne nel 1939 col parroco don Lorenzo Cazzani.
Nella Storia di Olgiate Olona e nelle cronache la chiesa Sant’Ambrogio finì anche per il gravissimo fatto di sangue accaduto lì vicino il 1° gennaio 1872: l’assassinio del sindaco olgiatese Ottavio Prandoni (i due processi per tale omicidio sortirono diverse sentenze e un errore di giudizio divenuti clamoroso caso di giustizia ingiusta: impunito e a piede libero il reo confesso, tre imputati condannati ai lavori forzati dove morirono due di loro).
Da secoli, gli olgiatesi poco frequentarono la chiesa Sant’Ambrogio, eccetto tre occasioni: la festa del Transito di Sant’Ambrogio, come detto; le Rogazioni (processioni serali nei tre giorni prima dell’Ascensione con benedizione dei campi e recita delle Litanie minori) svoltesi fino agli anni Sessanta del Novecento (raggiungevano la cappella Santi Gervaso e Protaso al confine con Castellanza); la celebrazione di alcuni riti e la recita dell’ufficio della Madonna fatta dagli aderenti alla Confraternita del Rosario fino al Novecento.
Dal degrado della chiesa Sant’Ambrogio è stata salvata la settecentesca pala dell’altare: l’affresco Sant’Ambrogio di Biagio Bellotti staccato dalla parete del muro absidale nel 1994 e restaurato (a spese del Comune: per tale scopo appostò una somma già dal 1990) e collocato prima nella Prepositurale antica Collegiata Santi Stefano e Lorenzo martiri, poi in chiesa San Gregorio magno. Alcuni benefattori privati da tempo progettano un meritorio e lungimirante restauro: sicché, la storia della chiesa Sant’Ambrogio non finisce qui…
(A CURA DI ALBERTO COLOMBO) Ulteriori notizie storiche nel volume: COLOMBO Alberto, Storia della Prepositurale Santi Stefano e Lorenzo martiri di Olgiate Olona e storie inedite del populus olgiatensis, Varese, Pietro Macchione editore, 2012
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