La Chiesa San Gregorio magno al lazzaretto di Olgiate Olona ha un volto rinnovato grazie ai restauri conservativi eseguiti nel 2011 (esterno) e nel 1998 (interno); ma le sue pietre e i suoi lineamenti architettonici sono antichi: infatti, trentadue decenni di storia caratterizzano questo luogo di culto caro ai fedeli olgiatesi. La storia della chiesa San Gregorio magno evidenzia tre tratti caratteristici: il mistero della morte e della sofferenza umana; il culto eucaristico; l’educazione della gioventù.
Il mistero della morte e della sofferenza, perché la chiesa, benedetta nell’aprile 1688, non sorse su un lazzaretto adibito al ricovero di persone appestate, ma fu edificata grazie al conte Giuseppe Besozzi che donò il terreno per erigere un oratorio dove oltre mezzo secolo prima furono sepolti gli olgiatesi morti a causa della peste bubbonica del 1630-1631 (evocata da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi) che a Olgiate Olona fu assai peggiore della peste terribile del 1524 e portò alla tomba un quarto della popolazione. Un secolo dopo la costruzione del tempio, interrotta l’usanza di seppellire i morti dentro le chiese o nei cimiteri attigui, nel 1783 il sepolcreto della chiesa San Gregorio magno e l’area adiacente - il foppone di San Gregorio (esistente tra le attuali vie Isonzo e Brennero) - divennero l’unica area adibita a sepoltura (nel 1785 un foppone fu creato in frazione Buon Gesù per i residenti di quel rione). A seguito delle disposizioni degli imperatori d’Austria Maria Teresa e Giuseppe II e dell’editto di Saint-Cloud (1804) che imposero di seppellire i defunti lontano da chiese e abitazioni, nel 1824 il foppone di San Gregorio, già ubicato fuori dell’abitato, diventò il primo e unico cimitero di Olgiate Olona; il 4 settembre 1824 la prima tumulazione che inaugurò il camposanto fu quella di don Giulio Redaelli, parroco dal 1790 al 3 settembre 1824. Il foppone di San Gregorio fu ampliato nel 1866 e fu usato fino alla creazione del cimitero civico di viale Gonzaga: l’ultima sepoltura avvenne il 26 dicembre 1908; la soppressione del vecchio cimitero fu deliberata il 7 ottobre 1933 e iniziò la traslazione di alcuni resti di defunti e monumenti; l’esumazione totale e la ripulitura del foppone non fu operazione breve e terminò nei primi anni Cinquanta del Novecento (sull’area sorsero poi palazzine di edilizia popolare, ancora visibili). Quanto alla sofferenza, in chiesa San Gregorio magno da sempre fu presente una statua lignea della Madonna addolorata (la cui festa liturgica è il 15 settembre) venerata dagli olgiatesi nei momenti del dolore e della prova. Fu così a settembre 1884: il parroco don Pietro Colombo espose per tre giorni in chiesa Santo Stefano il simulacro dell’Addolorata per invocare la liberazione dal contagio; il paese fu risparmiato dalla peggiore epidemia di colera in Italia nell’Ottocento. Fu così a settembre 1942: mentre infuriava la bufera della seconda guerra mondiale, le mamme e le spose dei soldati portarono in processione l’Addolorata per implorare la pace; fatto voto alla Vergine, a guerra finita le donne delle associazioni cattoliche regalarono il nuovo simulacro ligneo proveniente dalla Val Gardena. È così ogni anno a maggio, mese mariano: una sera della settimana i fedeli recitano il Rosario nella chiesa.
Il secondo tratto caratteristico nella storia della chiesa di San Gregorio magno è il culto eucaristico. Il tempio fu scelto come luogo di preghiera dalla Confraternita del Santissimo Sacramento eretta canonicamente nel 1604 che fino alla metà del Novecento qui si riunì a pregare con la liturgia delle ore (vespri delle festività, ufficio della Madonna e dei defunti) e il Rosario. Ciò spiega l’iconografia visibile in San Gregorio magno fino a che fu restaurata nel 1998: nella volta absidale le iscrizioni Adoramus Christum benedicimus tibi (Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo) e un ostensorio col Santissimo Sacramento appoggiato su un velo rosso che aleggia in un cielo azzurro con nuvoloni bianchi (nel 1998 coperto con una colomba); nel catino absidale i simboli delle tre virtù teologali (calice e patena per la fede; àncora per la speranza; cuore da cui sgorgano sangue e acqua per la carità; nel 1998 coperti con tre medaglioni sempre coi simboli delle virtù teologali); nella volta della navata un agnello con croce (simbolo di Gesù agnello di Dio che toglie i peccati del mondo) seduto sopra un messale che aleggia tra le nubi (unico dipinto mantenuto nel 1998). La Confraternita del Santissimo Sacramento si preoccupò della manutenzione della chiesa e finanziò l’installazione di tre campane fuse dalla ditta Barigozzi di Milano: benedette il 2 febbraio 1905 dal parroco don Francesco Basilico, scamparono alle requisizioni di bronzo della seconda guerra mondiale.
Il terzo tratto caratteristico della chiesa San Gregorio magno è l’educazione della gioventù. Su impulso del parroco don Pietro Colombo, il tempio accolse l’oratorio festivo dal 1875 al 2 febbraio 1881, quando l’oratorio femminile traslocò nei locali dell’asilo privato di via del Pozzo fondato dal sacerdote e gestito dalle suore. L’educazione della gioventù fu potenziata quando il principe Emanuele Gonzaga, sindaco del paese 1890 al 1896, regalò un terreno adiacente alla chiesa San Gregorio magno dove nel 1901 il parroco don Francesco Basilico inaugurò il nuovo oratorio festivo per i figliuoli definito vera provvidenza per la gioventù e per una parrocchia.
La chiesa San Gregorio magno conserva la tela secentesca San Gregorio magno e le anime purganti (pittore lombardo ignoto), l’affresco settecentesco riportato su tavola Sant’Ambrogio (Biagio Bellotti) strappato dalla chiesetta omonima, le statue lignee San Gregorio magno, Madonna addolorata, San Domenico, Sant’Antonio abate. Detto che a San Gregorio magno è intitolata la Comunità pastorale costituita nel 2008 (per le tre parrocchie di Olgiate Olona), in concomitanza col mercato cittadino che si tiene sull’adiacente piazza don Pino Ballabio la chiesa San Gregorio magno è aperta ogni martedì mattina e vi si celebra la messa alle ore 8.30. Dal 2009 il decoro e la pulizia della chiesa sono garantiti dal Gruppo Alpini di Olgiate Olona che ha realizzato il coro ligneo (dove è incastonata una reliquia del Santo) e che periodicamente prega per le proprie intenzioni e le penne nere che sono andate avanti.
(A CURA DI ALBERTO COLOMBO) Ulteriori notizie storiche nel volume: COLOMBO Alberto, Storia della Prepositurale Santi Stefano e Lorenzo martiri di Olgiate Olona e storie inedite del populus olgiatensis, Varese, Pietro Macchione editore, 2012
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